Il periodo Covid-19 ha risvegliato l’interesse per la telemedicina, la consultazione medica a distanza e molte regioni italiane hanno fatto progressi, per esempio Toscana e Lombardia
La telemedicina non è in effetti una novità, il documento che la definisce è già presenti da molti anni (eccolo qui)
Nell’ambito dell’attuazione dei servizi di sanità in rete, assume grande rilevanza la definizione di modalità tecnico-organizzative finalizzate a consentire l’integrazione socio-sanitaria ed a sostenere forme innovative di domiciliarità.
I servizi di telemedicina possono rappresentare, in questo senso, una parte integrante del ridisegno strutturale ed organizzativo della rete di assistenza del Paese.
La telemedicina può in particolare contribuire a:
- migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria
- consentire la fruibilità di cure, servizi di diagnosi e consulenza medica a distanza
- permettere il costante monitoraggio di parametri vitali, al fine di ridurre il rischio d’insorgenza di complicazioni in persone a rischio o affette da patologie croniche.
Con particolare riferimento all’invecchiamento della popolazione e all’aumento della cronicità delle patologie, la sanità in rete può essere sinergica a interventi di telemedicina nelle attività di prevenzione.
Ciò può essere utile soprattutto per categorie identificate a rischio, in quanto, ad esempio, affette da patologie cardiovascolari. Questi pazienti, pur conducendo una vita normale, devono sottoporsi ad un costante monitoraggio di alcuni parametri vitali, al fine di ridurre il rischio d’insorgenza di complicazioni.
L’interdisciplinarietà offerta dalla sanità in rete permette in questo caso di fornire al paziente un servizio migliore, attraverso una più rapida disponibilità di informazioni sullo stato della propria salute, consentendo di accrescere la qualità e tempestività delle decisioni del medico, particolarmente utili in condizioni di emergenza-urgenza.
La telemedicina, nel rappresentare uno dei principali ambiti di applicazione della sanità in rete, offre potenzialità di grande rilevanza soprattutto per:
- accrescere equità nell’accesso ai servizi socio-sanitari nei territori remoti, grazie al decentramento e alla flessibilità dell’offerta di servizi resi, la cui erogazione viene resa possibile grazie a forme innovative di domiciliarità.
- ridistribuire in modo ottimale le risorse umane e tecnologiche tra diversi presidi, consentendo di coprire la necessità di competenze professionali spesso carenti ed assicurare la continuità dell’assistenza sul territorio
- offrire, grazie alla disponibilità di servizi di teleconsulto, un valido supporto ai servizi mobili d’urgenza, attraverso la riorganizzazione dei servizi sanitari, eventualmente mediante l’utilizzo di risorse cliniche a distanza, anche dislocate direttamente a bordo delle ambulanze.
Linee guida nazionali:
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=2515&area=eHealth&menu=vuoto&tab=3
La Commissione Europea ha attribuito da oltre un decennio una particolare rilevanza al tema della Telemedicina.
Con la Comunicazione europea (COM-2008-689) “Telemedicina a beneficio dei pazienti, sistemi sanitari e società”, del 4 novembre 2008, sono state individuate, infatti, una serie di azioni che coinvolgono tutti i livelli di governo, sia in ambito comunitario che dei singoli Stati Membri, per favorire una maggiore integrazione dei servizi di Telemedicina nella pratica clinica, rimuovendo le principali barriere che ne ostacolano la piena ed efficace applicazione.
Il CSS approva le linee guida nazionali
Per un impiego sistematico della telemedicina nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale e per dare attuazione alla Comunicazione europea, presso il Consiglio Superiore di Sanità fu istituito il Tavolo tecnico sulla telemedicina, che ha redatto apposite Linee di indirizzo nazionali, per:
- collocare gli ambiti prioritari di applicazione della telemedicina
- analizzare modelli, processi e modalità di integrazione dei servizi di telemedicina nella pratica clinica
- definire tassonomie e classificazioni comuni,
- definire gli aspetti concernenti i profili normativi e regolamentari e la sostenibilità economica dei servizi e delle prestazioni di telemedicina.
Le Linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina sono state approvate dall’Assemblea generale del Consiglio Superiore di Sanità il 10 luglio 2012.
L’Intesa Stato-Regioni
Il 20 febbraio 2014, al fine di garantire “uno sviluppo coordinato, armonico e coerente della telemedicina nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale” è stata siglata l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul documento recante “ Telemedicina – Linee di indirizzo nazionali. (Repertorio Atti n. 16/CSR del 20/02/2014)
L’Intesa rappresenta un risultato particolarmente rilevante tenuto conto della necessità di ripensare il modello organizzativo e strutturale del Servizio sanitario nazionale del nostro Paese, rispetto alla quale la diffusione sul territorio dei servizi di Telemedicina può costituire un importante fattore abilitante.
Dalla verifica Lea alla mappatura delle esperienze
Il recepimento delle Linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina è stato valutato in sede di adempimenti LEA fino all’anno 2017 al fine di verificarne l’adozione. Dal 2018 tutte le regioni hanno recepito, con proprie delibere, le linee di indirizzo stesse.
Nel 2019 il Ministero ha avviato una mappatura nazionale delle esperienze regionali
Indubbi i vantaggi ma anche le insidie (frammentazione del sistema con aumento dei costi, mancanza del rapporto diretto, possibilità di fraintendimenti, privacy, possibili conseguenze legali, solo per citare le più evidenti) e tra regioni e gli ordini professionali dei medici ancora non c’è accordo.
Documento della FNOMCeO per la richiesta di un tavolo congiunto con le regioni prima di procedere con ulteriori avanzamenti del progetto di telemedicina