Focolaio epidemico
Si parla di focolaio epidemico quando una malattia infettiva provoca un aumento nel numero di casi
rispetto a quanto atteso all’interno di una comunità o di una regione ben circoscritta, come sta
accadendo in questi giorni in alcune aree del Nord Italia con il SARS-CoV-2. Per individuare l’origine
di un focolaio è necessario attivare un’indagine epidemiologica dell’infezione tracciando una mappa
degli spostamenti delle persone colpite.
Epidemia
Con il termine epidemia si intende la manifestazione frequente e localizzata – ma limitata nel tempo
– di una malattia infettiva, con una trasmissione diffusa del virus. L’epidemia si verifica quando un
soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente
in breve tempo. L’infezione si diffonde, dunque, in una popolazione costituita da un numero
sufficiente di soggetti suscettibili. È questa per il momento la situazione di Wuhan e della regione
dell’Hubei in Cina, dove il grande numero di casi di infezioni da SARS-CoV-2 non può più essere
considerato un focolaio.
Pandemia
La pandemia è la diffusione di una malattia in più continenti o comunque in vaste aree del mondo.
L’OMS definisce cinque fasi di una pandemia: in ordine la fase interpandemica, la fase di allerta, la
fase pandemica, la fase di transizione prima di ritornare alla fase interandemica. La fase pandemica
è caratterizzata da una trasmissione alla maggior parte della popolazione. Al momento secondo
l’Oms quella da SARS-CoV-2 non è una pandemia.
Soggetto “asintomatico”
È un soggetto che, nonostante sia affetto da una malattia, non presenta alcun sintomo apparente.
Esiste un periodo chiamato “incubazione” in cui una malattia infettiva è già presente senza mostrare
alcun sintomo: l’incubazione è quindi “asintomatica” e termina quando il paziente avverte i primi
sintomi, momento in cui la malattia da “asintomatica” diventa “sintomatica “.
Una malattia può rimanere asintomatica per periodi brevi o lunghi; alcune malattie possono rimanere
asintomatiche per sempre.
La presenza di pazienti asintomatici affetti da coronavirus sembra possibile anche nel caso del
SARS-CoV-2, tuttavia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone sintomatiche
sono attualmente la causa più frequente di diffusione del virus. (fonte Oms)
“Contatto stretto”:
Gli operatori sanitari o altre persone impiegate nell’assistenza di un caso sospetto o
confermato di COVID-19, o il personale di laboratorio addetto al trattamento di
campioni di SARS-CoV-2.
Le persone che sono state a stretto contatto (per es.faccia a faccia) o nello stesso
ambiente chiuso con un caso sospetto o confermato di COVID-19.
Le persone che vivono nella stessa casa di un caso sospetto o confermato di COVID19.
Le persone che hanno viaggiato in aereo nella stessa fila o nelle due file antecedenti
o successive di un caso sospetto o confermato di COVID-19.
I compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio
addetti alla sezione dell’aereo dove era seduto il caso sospetto o confermato di
COVID-19.
Chi ha viaggiato in aereo nella stessa fila o nelle due file antecedenti o successive di
un caso sospetto o confermato di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone
addette all’assistenza, e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove
il caso sospetto o confermato era seduto (qualora il caso sospetto o confermato abbia
avuto una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo
provocando una maggiore esposizione dei passeggeri, sono considerati come
contatti stretti tutti i passeggeri). (fonte Ecdc)
Sulla base dell’Ordinanza “Ulteriori misure profilattiche contro la diffusione della malattia
infettiva COVID-19’ del 21 febbraio 2020, le Autorità sanitarie territorialmente competenti
devono applicare ai contatti stretti di un caso confermato la misura della quarantena con
sorveglianza attiva, per quattordici giorni.
Quarantena
È un periodo di isolamento e di osservazione di durata variabile al quale vengono sottoposte persone
che potrebbero portare con sé germi responsabili di malattie infettive. L’origine del termine
quarantena si riferisce alla durata originaria di quaranta giorni, che in passato si applicava
rigorosamente soprattutto a chi proveniva dal mare. Oggi, il tempo indicato per la quarantena è stato
ridotto e varia a seconda delle varie malattie infettive, in particolare relativamente al periodo
d’incubazione identificato per quella malattia infettiva. Per il coronavirus la misura della quarantena,
con sorveglianza attiva, è stata fissata a giorni quattordici, e si applica agli individui che abbiano
avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19. (Ordinanza del
Ministro della Salute, Gazzetta Ufficiale 22 febbraio 2020, immediatamente in vigore.)