Cos’è il fegato e quali funzioni assolve
Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano, costituito da 4 diversi tipi di cellule: epatociti (HC), che compongono l’80% del volume epatico, le cellule stellate epatiche (HSC), le cellule di Kupffer (KC) e cellule endoteliali sinusoidali del fegato (LSEC). Il fegato svolge tantissime funzioni importanti per l’organismo, e in particolar modo è responsabile della produzione della bile per l’emulsione dei grassi e rendere possibile il loro assorbimento da parte dell’intestino, della gluconeogenesi, della sintesi del colesterolo e dei trigliceridi, elimina le sostanze tossiche e metabolizza i farmaci e i principi attivi.
Steatosi Epatica o fegato grasso – Quali sono le cause?
Il fegato grasso, conosciuto anche come steatosi epatica o dall’inglese NAFLD (Nonalcoholic Fatty Liver Disease), è una condizione che presenta un accumulo eccessivo di grasso all’interno degli epatociti. In condizioni normali, nel fegato si concentra una certa quantità di grasso, ma quando la percentuale supera il 5% del suo peso totale, allora parliamo di steatosi epatica. È un problema molto comune e in costante aumento: infatti, dai dati più recenti risulta che un adulto su quattro presenta un fegato grasso. È una condizione che mostra una prevalenza elevata negli obesi (54-90%), nella sindrome metabolica (78,8%), e nel diabete mellito (70-80%)[1]. Le cause sono prevalentemente dovute a diete troppo ricche di grassi, che portano quindi a sovrappeso e/o obesità, diabete e disturbi metabolici, ipertrigliceridemia o ipercolesterolemia, l’uso di alcuni farmaci, o mutazioni genetiche. La steatosi epatica non presenta sintomi, quindi è bene eseguire periodicamente dei controlli mirati, come esami ematici, in primis le transaminasi, e l’ecografia addominale per avere una diagnosi accurata del proprio medico curante, e in caso approfondire con metodi più specifici e valutare l’approccio più adeguato.
La Steatosi Epatica è reversibile?
La steatosi epatica è reversibile, ma se l’accumulo di acidi grassi nel fegato persiste, si può instaurare infiammazione e fibrosi (indurimento del fegato), condizione conosciuta come steatoepatite o dall’inglese NASH (Non-Alcoholic steatohepatitis), che può progredire a cirrosi epatica, patologia irreversibile, cronica e degenerativa del fegato. Sono diversi i meccanismi ipotetici di progressione della NAFLD a NASH, a partire dall’eccesso di consumo calorico e/o l’inattività fisica che possono indurre iperglicemia, iperinsulinemia ed elevati livelli di fattori proinfiammatori, a seguire stress ossidativo, infiammazione cronica, alterato microbiota intestinale e disfunzione mitocondriale[2].
In caso di fegato grasso, è importante seguire una alimentazione sana, ridurre i grassi, l’alcol e gli zuccheri, fare attività fisica, in maniera regolare, e consultare il proprio medico per consigli mirati in merito.
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Deltha Pharma ha sviluppato Epatoril Pro®, un integratore alimentare unico e innovativo che va ad arricchire la linea dell’epatoprotezione, a base di colina, glutatione, selenio, zinco, Bifidobacterium lactis e Lactobacillus Rhamnosus. Grazie all’azione di questi ingredienti, Epatoril Pro® può essere un valido aiuto per la salute del fegato: la colina è un nutriente essenziale, prodotta in piccole quantità dall’organismo, e maggiormente concentrata a livello epatico contribuisce al mantenimento della normale funzione epatica, al normale metabolismo lipidico e al normale metabolismo dell’omocisteina. Il glutatione (GSH), è un tripeptide naturale, presente nelle cellule in forma ubiquitaria e particolarmente concentrato nel fegato, e viene considerato l’antiossidante più importante a livello cellulare. Il selenio è un microelemento, che svolge moltissime funzioni dell’organismo, e contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo e alla normale funzione del sistema immunitario. Lo zinco contribuisce al normale metabolismo degli acidi grassi e dei macronutrienti e alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo; studi scientifici dimostrano che la sua carenza è spesso osservata in soggetti con disfunzione epatica[3]. Ad oggi la letteratura scientifica dà sempre più spazio all’associazione tra lo sviluppo di patologie epatiche e il microbiota intestinale, per cui la presenza dei due probiotici, Bifidobacterium lactis e Lactobacillus Rhamnosus, con letteratura a supporto, rende il prodotto completo e innovativo.
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