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Il fegato grasso. Perché è importante non trascurarlo.

da | Mag 24, 2023

Cos’è il fegato e quali funzioni assolve

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano, costituito da 4 diversi tipi di cellule: epatociti (HC), che compongono l’80% del volume epatico, le cellule stellate epatiche (HSC), le cellule di Kupffer (KC) e cellule endoteliali sinusoidali del fegato (LSEC). Il fegato svolge tantissime funzioni importanti per l’organismo, e in particolar modo è responsabile della produzione della bile per l’emulsione dei grassi e rendere possibile il loro assorbimento da parte dell’intestino, della gluconeogenesi, della sintesi del colesterolo e dei trigliceridi, elimina le sostanze tossiche e metabolizza i farmaci e i principi attivi.

Steatosi Epatica o fegato grasso – Quali sono le cause?

fegato grasso
Fegato normale e fegato grasso – © fegato.info Associazione EpaC Onlus

Il fegato grasso, conosciuto anche come steatosi epatica o dall’inglese NAFLD (Nonalcoholic Fatty Liver Disease), è una condizione che presenta un accumulo eccessivo di grasso all’interno degli epatociti. In condizioni normali, nel fegato si concentra una certa quantità di grasso, ma quando la percentuale supera il 5% del suo peso totale, allora parliamo di steatosi epatica. È un problema molto comune e in costante aumento: infatti, dai dati più recenti risulta che un adulto su quattro presenta un fegato grasso. È una condizione che mostra una prevalenza elevata negli obesi (54-90%), nella sindrome metabolica (78,8%), e nel diabete mellito (70-80%)[1]. Le cause sono prevalentemente dovute a diete troppo ricche di grassi, che portano quindi a sovrappeso e/o obesità, diabete e disturbi metabolici, ipertrigliceridemia o ipercolesterolemia, l’uso di alcuni farmaci, o mutazioni genetiche. La steatosi epatica non presenta sintomi, quindi è bene eseguire periodicamente dei controlli mirati, come esami ematici, in primis le transaminasi, e l’ecografia addominale per avere una diagnosi accurata del proprio medico curante, e in caso approfondire con metodi più specifici e valutare l’approccio più adeguato.

La Steatosi Epatica è reversibile?

La steatosi epatica è reversibile, ma se l’accumulo di acidi grassi nel fegato persiste, si può instaurare infiammazione e fibrosi (indurimento del fegato), condizione conosciuta come steatoepatite o dall’inglese NASH (Non-Alcoholic steatohepatitis), che può progredire a cirrosi epatica, patologia irreversibile, cronica e degenerativa del fegato. Sono diversi i meccanismi ipotetici di progressione della NAFLD a NASH, a partire dall’eccesso di consumo calorico e/o l’inattività fisica che possono indurre iperglicemia, iperinsulinemia ed elevati livelli di fattori proinfiammatori, a seguire stress ossidativo, infiammazione cronica, alterato microbiota intestinale e disfunzione mitocondriale[2].

In caso di fegato grasso, è importante seguire una alimentazione sana, ridurre i grassi, l’alcol e gli zuccheri, fare attività fisica, in maniera regolare, e consultare il proprio medico per consigli mirati in merito.

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Epatoril Pro® Nuovo prodoto Deltha Pharma

Deltha Pharma ha sviluppato Epatoril Pro®, un integratore alimentare unico e innovativo che va ad arricchire la linea dell’epatoprotezione, a base di colina, glutatione, selenio, zinco, Bifidobacterium lactis e Lactobacillus Rhamnosus. Grazie all’azione di questi ingredienti, Epatoril Pro® può essere un valido aiuto per la salute del fegato: la colina è un nutriente essenziale, prodotta in piccole quantità dall’organismo, e maggiormente concentrata a livello epatico contribuisce al mantenimento della normale funzione epatica, al normale metabolismo lipidico e al normale metabolismo dell’omocisteina. Il glutatione (GSH), è un tripeptide naturale, presente nelle cellule in forma ubiquitaria e particolarmente concentrato nel fegato, e viene considerato l’antiossidante più importante a livello cellulare. Il selenio è un microelemento, che svolge moltissime funzioni dell’organismo, e contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo e alla normale funzione del sistema immunitario. Lo zinco contribuisce al normale metabolismo degli acidi grassi e dei macronutrienti e alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo; studi scientifici dimostrano che la sua carenza è spesso osservata in soggetti con disfunzione epatica[3]. Ad oggi la letteratura scientifica dà sempre più spazio all’associazione tra lo sviluppo di patologie epatiche e il microbiota intestinale, per cui la presenza dei due probiotici, Bifidobacterium lactis e Lactobacillus Rhamnosus, con letteratura a supporto, rende il prodotto completo e innovativo.

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Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali, non intendono costituire la formulazione di una diagnosi, e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. È’ bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante e/o di un esperto specializzato.

[1]Steatosi epatica non alcolica 2021. Linee guida per la pratica clinica dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF), della Società Italiana di Diabetologia (SID) e della Società Italiana dell’Obesità (SIO)
[2]Hu H, Lin A, Kong M, Yao X, Yin M, Xia H, Ma J, Liu H. Intestinal microbiome and NAFLD: molecular insights and therapeutic perspectives. J Gastroenterol. 2020 Feb;55(2):142-158. doi: 10.1007/s00535-019-01649-8.
[3]Kim MC, Lee JI, Kim JH, Kim HJ, Cho YK, Jeon WK, et al. (2020) Serum zinc level and hepatic fibrosis in patients with nonalcoholic fatty liver disease. PLoS ONE 15(10): e0240195. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0240195