E’ stato da poco pubblicato su Gut un grande studio che ha coinvolto diverse Università europee, tra cui quella di Bologna. Lo studio ha confermato quello che già da diversi anni si sostiene da più parti, e cioè che la dieta mediterranea contribuisce alla salute e al buon invecchiamento dell’organismo.
Nello specifico, sono stati esaminati circa 600 anziani divisi in due gruppi: il primo gruppo si è alimentato per un anno con la tipica dieta mediterranea, il secondo invece ha continuato a nutrirsi come era abituato.
In tutti i soggetti sono stati misurati alcuni dei principali marcatori delle infiammazioni prima e dopo l’inizio dello studio e alcuni parametri clinici. Su tutti è stata fatta un’indagine approfondita per profilare il microbiota intestinale e monitorarne i cambiamenti.
Il risultato è stato netto: chi ha seguito la dieta mediterranea ha ottenuto un migliorato degli indici di infiammazione, delle prestazioni cognitive, della mobilità e di altri parametri dell’invecchiamento. Oltre a questi miglioramenti, i soggetti hanno presentato tutti una variazione del microbioma (aumento della produzione di acidi grassi a catena corta / ramificata, minore produzione di acidi biliari secondari, p-cresoli, etanolo e anidride carbonica).
Complessivamente, quindi, lo studio supporta e incoraggia il miglioramento della dieta abituale per modulare il microbiota intestinale che a sua volta ha il potenziale per promuovere un invecchiamento più sano. Non è un caso, poi, che le popolazioni che hanno da sempre una dieta mediterranea o simile (come per esempio i giapponesi) vivano mediamente di più e in condizioni migliori.