Si è svolto a febbraio presso la sede della FAO uno dei convegni dedicati ai “Principi della Dieta Mediterranea per l’Agenda 2030”. Maria Helena Semedo, vicedirettore generale della Fao, ha sottolineato come la dieta mediterranea sia fondamentale non solo per il benessere e la salute umana ma anche per la biodiversità e per l’ambiente.
Il convegno, organizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica su come la dieta mediterranea può aiutare a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ha messo in luce quello che da anni sentiamo ripetere: il consumo regolare di olio d’oliva, di una ricca varietà di alimenti vegetali (cereali, frutta, verdura, legumi) e di moderate quantità di pesce e carne, ha molteplici benefici per la salute.
Ma va ulteriormente studiato e approfondito il contributo che la dieta mediterranea può apportare alla conservazione della biodiversità, all’emancipazione femminile, al divario tra zone rurali e urbane, alle perdite e agli sprechi alimentari e alla gestione dei rifiuti.
Purtroppo, ha aggiunto la Semedo, “questa alimentazione tradizionale cede sempre più il passo al cambiamento delle abitudini e degli stili di vita – da pasti diversificati ed equilibrati a pasti più monotoni, ad alto contenuto di grassi, zucchero e sale”.
Le conseguenze sono negative sia sulla salute umana – con un radicale aumento dell’obesità, del sovrappeso e delle malattie non trasmissibili – sia sull’ambiente, con il degrado delle risorse naturali, compresa la perdita di biodiversità.